"Il segreto della salute fisica e mentale non sta nel lamentarsi del passato, nè nel preoccuparsi del futuro, ma nel vivere il momento presente con saggezza e serietà. La vita può avere luogo solo nel momento presente. Se lo perdiamo, perdiamo la vita. L'amore nel passato è solo memoria. Quello nel fututo è fantasia. Solo qui ed ora possiamo amare veramente. Quando ti prendi cura di questo momento, ti prendi cura di tutto il tempo." Buddha
Di fronte alla complessità della realtà, ad un mondo e ad un modo di vivere sempre più tecnologico e basato sull’intelligenza artificiale, il sapere basato sulla nostra fisicità, sull’esperienza percettiva è stato relegato ad un rango inferiore.
In questo momento storico in cui dominano lo Smart working, gli incontri Zoom, la persona, il singolo è vissuto come qualcosa di astratto, qualcosa che c’è ma esiste in un’altra realtà direi un Iperuranio platonico.
Questo Nuovo Mondo fatto di flussi di comunicazione, informazione e quindi non di veri contatti fisici, potrebbe perfettamente funzionare ed essere confacente agli individui se non fossero fatti di carne, ossa e spirito.
L’uomo resta invece un essere vivente, dotato di corporeità e la fisicità è parte nutriente del proprio spirito.
Tutti noi abbiamo conosciuto il mondo ad iniziare dagli odori (sentendo e riconoscendo l’odore della mamma e del nostro ambiente) per passare dal contatto del nostro corpicino con il calore, con la pelle di nostra madre che ci accudiva, per poi vedere i suoi occhi, per ritrovare il suo sguardo che ci trasmetteva sicurezza…
Così, crescendo il nostro mondo si è ampliato, si è arricchito di spazi e di soggetti che hanno iniziato a popolarlo.
Siamo per natura esseri sociali e la socialità è basata sui sensi.
La nostra Radice profonda è data dalla corporeità, dal contatto e dal tatto.
È possibile privarci di questo fondamento?
Possiamo trasformarci, fare un “salto di specie”, ridurre al lumicino la socialità basata sulla fisicità e impostare un nuovo modello di uomo che taglia di netto la sua Radice naturale?
Leggendo “Il distanziamento fisico lascia cicatrici indelebili sulla nostra pelle” di Laura Crucianelli, ricercatrice in Neuroscienze a Stoccolma e Londra, in cui sogna un “Rinascimento del tatto”, sembrerebbe che tra contatto fisico/sociale e salute mentale esista una strettissima connessione.
Privandoci del contatto, non solo si rischia di non sviluppare nuove relazioni ma anche di indebolire quelle presenti, sino a incidere sulla nostra salute mentale.
Ognuno di noi, si nutre non solo degli alimenti che mangia, noi ci nutriamo delle esperienze, dei ricordi, delle emozioni che viviamo.
Ritorniamo così alla Radice corporea dell’uomo: siamo indubbiamente cresciuti a contatto con il grembo materno e siamo cresciuti perché intorno a noi c’era altro che abbiamo sfiorato e sentito, non siamo esseri che vivono nel Vuoto.
In particolare il tatto, il contatto non è sostituibile né dalla voce al telefono, né dalla videochiamata che al limite può “allungarti la vita”, permette una sospensione ed un rinvio ad altro momento.
Il tatto è presenza, è vicinanza come trovarci nello stesso luogo nello stesso momento.
"In certi abbracci ci entri da adulta e ci esci da bambina" (Lunadynotte, Twitter), basta un gesto semplice, naturale, originario (ripensando alla Radice) per ritrovare la sicurezza, la tranquillità, la fiducia e sentirti semplicemente bene.
Lo Shiatsu, che non è fatto di parole, ma di contatto, che è centrato sull’essere qui ed ora, sul solo noi, riesce in un’ora a darmi tanto.
Non so cosa significhi “stare bene”, non riesco a descriverlo ma so di stare bene.
Mi sento sostenuta, compresa, è un viaggio nelle mie possibilità, è un riscoprire le mie potenzialità e riscoprire una “natura amica” fuori di me e dentro di me.
“Quando non c'è nemico dentro, i nemici fuori non possono farti del male” (Winston Churchill) è questa riappacificazione con il tutto che sa offrirmi lo Shiatsu.
Quando non riesco a rispondere adeguatamente alle stimolazioni esterne, alla richiesta di essere performante, multitasking, perfetta, sia perché le richieste sono troppo intense sia perché troppo frequenti, lo Shiatsu riesce a fermare il vortice che ruota intorno a me, tutto tace e viene poi ricomposto, ridimensionato nel suo giusto valore, importanza e rilevanza.
Quanto può ancora darmi, non so…ma “Ti abbraccerei anche se tu fossi un cactus e io un palloncino”.
(Anonimo)